Attenti ai meridionali, mangiatori di bambini
Tutti i Tg parlano della neonata morta a Catania e di un bambino appena dimesso a Trapani. I meridionali mangiano i bambini (come i comunisti, una volta)! Ma cosa c’è oltre a questo terrore mediatico contro il Sud?
di Simone Gradino.
Muore una neonata a Catania e un bambino appena dimesso a Trapani? Tutti gli operatori sanitari siciliani sotto inchiesta, dieci minuti di Tg Rai dedicati a queste disgrazie. Senza dire però che l’unica termoculla disponibile nella Sicilia orientale era a più di 100 km di stradaccia e il servizio elicottero è sospeso di notte. Ma strade, ospedali ed elicotteri non li fanno i medici o i cittadini, ma lo Stato.
In quanto ai migliaia di bambini che muoiono di cancro a causa di un Sud avvelenato dallo stato-mafia e ai tanti malati respinti dagli ospedali di Roma e Milano, non una parola.
Una volta erano i comunisti a mangiare i bambini, ora sono i meridionali.
Attenti al Sud e attenti ai meridionali, tutti i mali d’Italia vengono da loro: questo pregiudizio è utile a giustificare il suo uso coloniale da parte di uno stato vigliacco che ci tratta da cittadini di serie B.
Bene fanno i parlamentari 5 stelle a fare dura opposizione contro le cosiddette “riforme” di Renzi, controriforme belle e buone, studiate per togliere potere e risorse ai cittadini e per finire di affogare il Sud. Peccato che, pur avendo la presidenza della commissione di vigilanza della Rai non facciano altrettanta caciara per fermare il terrore mediatico contro il Sud, e soprattutto non facciano caciara per la decina e più di miliardi di euro sottratti al Meriodione nell’ultimo anno.
Ma io non mi aspetto più nulla dai partiti nazionali, sono ormai convinto che il Sud si salverà da solo, con buona pace di Salvini.
Si, è vergognoso e paradossale che di fronte a evidenti condizioni di svantaggio delle nostre infrastrutture e dei nostri strumenti, piuttosto che cercare di porre riparo a tali svantaggiose condizioni si taglino fondi alla Sicilia! È vero però che anche noi siciliani dobbiamo mettercela tutta per fare funzionare quello che riusciamo a fare e a fare bene tutto quello che ci è possibile realizzare.