Dai prigionieri indiani ai migranti: Isola delle Femmine ricorda le vittime del mare
La comunità di isola delle Femmine si è radunata, nella mattina del 3 ottobre, presso Piano Ponente, in quella piazza che è stata dedicata a Vincenzo Enea, l’innocente vittima della mafia, ma che ancora di più assurge a luogo della memoria collettiva. Alla lapide dedicata agli eroi di Isola morti durante le due guerre mondiali, è stata aggiunta un’altra lapide, realizzata gratuitamente da Ernesto Caltagirone, in memoria di tutti coloro che hanno trovato la morte nel meraviglioso mare di Isola delle Femmine.
Autorità civili e militari e tanta società civile ha partecipato alle commemorazioni, che hanno avuto molti momenti di commozione e di riflessione, intervallati dalla musica della banda di Capaci “Santa Cecilia”. Particolarmente interessante è stato l’intervento dello storico Alessandro Bellomo, che ha raccontato la storia del piroscafo Loreto, silurato all’altezza di Isola delle Femmine da un sommergibile britannico il 13 ottobre 1942. In quella tragedia morirono 123 prigionieri indiani e un militare italiano, ma a decine furono i pescatori di Isola e di Sferracavallo che, con sprezzo del pericolo e senso di umanità, si precipitarono in mare per salvare quante più persone possibile (leggi la storia del piroscafo Loreto). Tante altre sono state le vittime del mare nel corso degli anni passati, fra cui il marito di Agata Sandrone, organizzatrice dell’evento. A loro è stato dedicato un minuto di silenzio (leggi la storia delle vittime del mare).
Ricordare il passato è stato lo spunto per riflettere sul presente e sui drammi che stanno sconvolgendo il mondo: migliaia di migranti che fuggono dalle guerre, dalle persecuzioni, dalla miseria. “Umanità che aiuta altra umanità sofferente”, ha dichiarato il sindaco Stefano Bologna, facendosi portavoce di una comunità che non ha paura di accogliere e che già accoglie. “Questa tragedia umana non si risolve con i muri dell’Ungheria o col filo spinato. È un cambiamento epocale e dobbiamo cogliere questi cambiamenti della storia in maniera civile”. A rappresentare tutti coloro che si stanno integrando nel nostro Comune vi è Mossud, un ragazzo libico arrivato due anni fa a Isola delle Femmine, il quale ci ha raccontato di trovarsi bene in questo paese e di essere stato accolto con grande solidarietà.
Durante la cerimonia il sindaco ha annunciato di voler concedere la cittadinanza onoraria all’assessore ai servizi sociali del Comune di Palermo Agnese Ciulla, che ogni giorno si prende cura di centinaia di minori non accompagnati che sbarcano nel porto di Palermo, trovando loro alloggio, cibo e cure mediche, senza potersi permettere momenti di scoramento o di pianto. La “grande madre”, così come viene spesso chiamata Agnese Ciulla, con commozione e riconoscenza, ha manifestato ai nostri microfoni la sua felicità nel ricevere questa onorificenza e questo riconoscimento da parte del Comune di Isola delle Femmine. “E’ una grande gioia perché Isola delle Femmine riconosce il lavoro che viene fatto con i migranti. La mobilità è un diritto, la chiusura ha sempre creato morte e lo stiamo vedendo”. Fra qualche settimana verrà ufficializzata la sua cittadinanza onoraria, ma per Agnese gli isolani sono già i suoi concittadini.
di Eliseo Davì
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