In pericolo i centri storici siciliani
“Norme per favorire il recupero del patrimonio edilizio di base dei centri storici”: ecco il nome del disegno di legge che permetterebbe di demolire il patrimonio edilizio non vincolato nelle nostre città.
Di Clara Ambrosi
“Mi auguro che anche tu voglia prendere una posizione su questo argomento poiché si tratterebbe dell’ennesima ‘DEROGA’ che provocherà danni inestimabili AI CENTRI STORICI SICILIANI, OLTRE AD APRIRE DEFINITIVAMENTE LA STRADA AL DISEGNO DEL MINISTRO LUPI”, è questo l’appello lanciato qualche giorno fa dalla deputata del M5S Claudia Mannino. Il Parlamento siciliano la prossima settimana avrebbe dovuto deliberare su un disegno di legge (n.602) chiamato “Norme per favorire il recupero del patrimonio edilizio di base dei centri storici”. Lo stesso è stato approvato all’unanimità in commissione Territorio e Ambiente e si propone di “derogare” alle leggi sulla pianificazione urbanistica con un semplice nulla osta. La legge proposta prevede la “ristrutturazione totale mediante demolizione” nei centri storici delle città siciliane, da Ortigia a Palermo e da Ragusa Ibla a Catania, mai consentita fino a questo momento. Il disegno di legge in questione prevede intende infatti superare le “difficoltà” e i precisi meccanismi previsti fino ad ora in materia di ristrutturazione e demolizione urbanistica, consentendo interventi diretti e “sbrigativi” evitando così i tradizionali strumenti pianificatori.
Giorno 3 Marzo 2015 il disegno di legge incontra però un ostacolo alla sua approvazione; l’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) chiede infatti un’ultima audizione, ottenendola alle 10 di mattina dello stesso giorno tramite alcuni emendamenti presentati dal democratico Giuseppe Lupo. Obiettivo dell’Anci è quello di non fare approvare il disegno di legge, evitando così di intervenire con troppe, e soprattutto sospette, semplificazione che riuscirebbero a sovrastare i piani particolareggiati previsti nei centri storici delle grandi città. Nonostante ciò Giampiero Trizzino, presidente della commissione del Movimento Cinque Stelle, afferma che “il disegno di legge è stato già abbondantemente discusso. Siamo pronti ad accogliere qualche suggerimento ma non a stravolgere lo spirito della legge”. Antony Barbagallo, deputato del Pd, giustifica così il disegno di legge: “La ratio è quella di sburocratizzare gli interventi nei centri storici per agevolarne il recupero. Nel nostro percorso in commissione abbiamo sentito tutti, dalle Soprintedenze alle associazioni e abbiamo ottenuto un largo consenso”.
Sembra dunque che il problema della valorizzazione,conservazione e tutela del nostro patrimonio artistico e culturale, esplicitamente espresso dall’articolo 9 della Costituzione, sia assolutamente passato in secondo piano o, per meglio dire, non sembra sia stato nemmeno considerato. Che questo disegno di legge non sia altro che uno strumento per aggirare delle regole tradizionali che sono assolutamente fondamentali per preservare i nostri centri storici?
Del tutto sorprendente è ciò che è riprodotto al comma 6 dell’art. 6 del ddl : “Art. 6. All’interno delle zone omogenee A) di cui al decreto del Ministro dei lavori pubblici 2 aprile 1968, n. 1444, i Comuni devono individuare con propria deliberazione consiliare, da adottare entro il termine di centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, le aree nelle quali non è applicabile per interventi di ristrutturazione edilizia con demolizione e ricostruzione la modifica della sagoma mediante rilascio di concessione edilizia singola. Oltrepassato il termine di centottanta giorni senza che il Comune abbia deliberato e fino all’adozione di detta delibera sono consentiti i predetti interventi.”
Inaccettabile poi l’art. 3 che da la possibilità di demolire il patrimonio edilizio non vincolato “previa acquisizione del permesso di costruire e dell’autorizzazione della Soprintendenza”. «Significa – dice Barbagallo – che nei centri storici delle città, da Ortigia a Palermo, si potrà intervenire seriamente sui contesti edilizi fatiscenti attraverso piani particolareggiati che modifichino pure l’assetto viario».
Nonostante Barbagallo affermi che questa sia una legge che interviene sul problema dei centri storici nel degrado a causa di un’eccessiva burocrazia, le polemiche non mancano di certo e c’è chi parla di vera e propria “rottamazione” dei centri storici. Secondo Trizzino infatti : “La legge non abbassa assolutamente le tutele, ma velocizza il recupero. Abbiamo fatto nostri tutti i suggerimenti di Italia Nostra, a esempio. L’iter della legge è stato lungo e ci ha permesso di ascoltare tutti. Stupisce che l’Anci si sia mossa soltanto adesso”.
Il 10 Marzo 2015 è però finalmente dichiarabile lo “scampato pericolo”. Il disegno di legge, in discussione presso l’Assemblea Regionale Siciliana, è infatti stato sospeso!
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