CicloAmnesty 2016: in bici per i diritti umani
Ormai giunti alla settima edizione, CicloAmnesty torna anche quest’anno, nella speranza di coinvolgere più cittadini possibile, un evento creato appositamente per difendere i diritti umani sostenuti dall’organizzazione Amensty International.
di Clara Ambrosi
Amnesty International è un’organizzazione non governativa indipendente che da anni lotta per l’affermazione e il rispetto dei diritti umani appoggiando i principi di solidarietà internazionale. Fondata nel 1961 dall’avvocato inglese Peter Benenson, attualmente rappresenta uno dei più grandi ed importanti movimenti globali che conta oltre sette milioni di persone che si impegnano ogni giorno per un mondo dove i diritti umani siano riconosciuti a tutti, senza distinzioni o limiti.
Così, domenica 22 Maggio, si svolgerà la passeggiata ciclistica, non competitiva e gratuita, “CicloAmnesty 2016”; l’evento è nato grazie alla collaborazione e all’impegno del gruppo Italia 243 di Amnesty International sezione italiana onlus, il coordinamento Palermo Ciclabile – FIAB e Parco Uditore Cooperativa Sociale. L’evento è aperto proprio a tutti: infatti, il Comitato Organizzatore dell’iniziativa ha previsto che potranno partecipare anche i soggetti affetti da handicap di varia natura. Inoltre, ai partecipanti saranno garantite la copertura assicurativa e ciclo staffette in testa ed in coda al gruppo dei ciclisti presenti; l’assicurazione infortuni gratuita verrà garantita previa registrazione presso il gazebo dell’organizzazione.
Punto di partenza del percorso e punto di ritrovo, sarà il Parco Uditore; alle 9.30 è previsto l’incontro, mentre la pedalata avrà inizio alle ore 10.30 dopo le opportune registrazioni dei partecipanti. Il percorso si snoderà tra le vie di Palermo, in particolare: via L. Da Vinci, via Uditore, via G.B. Tiepolo, via Bernini, viale Michelangelo, rotonda viale Regione Siciliana N.O., via G. D’Arezzo, via P. pe di Palagonia, via P. pe di Paternò, via Piemonte, viale Campania, viale Brigata Verona, piazza Vittorio Veneto, via della Libertà, piazza Mordini, laterale di via Libertà e piazza Castelnuovo, dove vi sarà una pausa; a seguire, via Dante, via Serradifalco, piazza Camporeale, piazza Sacro Cuore, via Guglielmo Il Buono, Giardino della Zisa ( dove è prevista un’altra pausa), via Michele Piazza, via Zisa, via Mulini, via dei Mulini a Zisa, via degli Emiri, via Nina Siciliana, parcheggio via Cosimo Aleo, viale Regione Siciliana, rotonda via L. Da vinci e infine l’arrivo al Parco Uditore.
Il comitato organizzativo invita tutti i partecipanti ad indossare qualcosa di giallo durante la pedalata, colore identificativo di Amnesty Iternational. Inoltre, durante l’evento verranno distribuiti alcuni gadget come t-shirt, adesivi, bandiere e nastrini gialli con il logo e il motto di Amnesty International “sto con Amnesty: più dignità per l’umanità”, da indossare durante la pedalata. Il Gruppo Italia 243 predisporrà, ancora, un gazebo, presso il quale i partecipanti potranno dimostrare il loro sostegno alle iniziative Amnesty, firmando gli appelli a favore delle vittime di violazione dei diritti umani; gli appelli riguarderanno temi importanti per la difesa dei diritti umani e per rivendicare la libertà e la tutela della vita delle persone, quali la pena di morte. Per coloro che invece volessero partecipare, ma sono sprovvisti di una bicicletta, potranno noleggiarla presso “BICITALIA” (www.bicitalia.eu) oppure presso “Palma Nana Vacanze e Natura” (www.educazioneambientale.com).
E’ opportuno sottolineare come sia necessario che la città di Palermo cambi al più presto e quanto sia opportuno educarla al rispetto di chi è portatore di handicap, di chi ha bisogno di aiuto, di un sostegno. Durante la conferenza stampa di Amnesty International che si è svolta nella sede di Palermo,il 18 Maggio, sono state più volte sollevate diverse critiche alla nostra città, che ancora oggi non è assolutamente accessibile e che non fornisce gli aiuti necessari a chi è disabile. A questo proposito allego la lettera scritta da Giovanna D’Angelo, un’incredibile donna, non vedente, che ha deciso di non rinunciare a tutte le emozioni che può regalare lo sport.. una lettera che non vuole essere una critica, ma una semplice e sincera richiesta d’aiuto.
Sono una non vedente, e scrivo a nome di tutti quelli che, come me, hanno scoperto la benefica gioia di pedalare in tandem.
Chiudete un attimo gli occhi ed immaginate:
Le mani strette al manubrio, le gambe che spingono sui pedali, il tempo e’ scandito dal mio fiato, lo spazio sono io stessa, la velocità e’ il vento sulla faccia, ogni cellula del corpo mi grida…..
“sei viva, sei tutta qui, tu ed adesso…”
Il solito niente intorno, pedalare, soltanto pedalare..
Provate ad immaginare cosa sia per un non vedente pedalare dietro ad un tandem, macinare chilometri e chilometri, arrivare alla fine del percorso…Tagliare il traguardo…
Non è il traguardo di quell’evento sportivo, è il traguardo di una sfida con noi stessi.
È’ una soddisfazione incontenibile che io personalmente sfogo nel pianto, è un orgoglio smisurato che nasce dal didentro, è una gioia che ti fa bene, che ti aumenta ancora di più i battiti del cuore , che ti forma un pensiero esplosivo nella mente:
“c’e’ l’ho fatta e potrò farcela ancora!”.
Penso che ogni sportivo, a qualsiasi livello, provi questa incommensurabile emozione ma…..per un un portatore di handicap, questa emozione è centuplicata, è un muro che viene abbattuto, è una rivincita contro la diversità’.
Lo sport è sudore, è costanza, è allenamento.
Nel ciclismo c’è un apparentemente banale modo di dire : “ per pedalare ci vogliono le gambe “ ; puoi avere la più avveniristica bicicletta del mondo, ma se non hai l’energia nelle gambe, non vai da nessuna parte. Noi non vedenti possiamo costruire il nostro tono muscolare con lo spining in palestra, possiamo avere il tandem meccanicamente perfetto, ma non basta!
L’elemento principale, basilare, è la guida. E’ questa la nostra diversità. Il ciclista non vedente ha bisogno di una guida che, nell’ambito dei propri impegni familiari e lavorativi, collabori per 1-2 uscite in tandem alla settimana.
La guida ed il non vedente sono come 2 strumenti musicali che, nota dopo nota, devono accordarsi, devono entrare in sintonia , per creare una melodia celestiale, coinvolgente, unica. Due energie che si miscelano pedalata dopo pedalata, si fondono fino a sprigionare una unica forza prorompente.
L’uso del tandem ,dovrebbe essere prescritto dal medico come terapia al non vedente :è vitale, fa bene al corpo ed allo spirito. Avere una guida con la quale pedalare in tandem, è un tesoro, un toccasana, è un amico nella vita e nello sport.
Il mio e’ un appello a tutti i ciclisti che hanno una discreta esperienza meccanica della bicicletta: portare un tandem con un non vedente dietro, non vi carica di responsabilità diverse da quando siete alla guida della vostra auto con numerosi passeggeri a bordo; i pedali sono sincronizzati, pedali tu, pedalò io dietro, freni tu, freni anche me dietro.
I nostri occhi non funzionano ma siamo liberamente capaci di prendere le decisioni su quali rischi correre con chi correrli; se saliamo in sella dietro di voi è perché è proprio lì che vogliamo essere, nella buona e cattiva sorte.
La responsabilità di ogni piccolo, grande gesto è nostra e nostra soltanto!
Il non vedente controlla qualsiasi movimento perché vede, sente, soltanto il suo corpo. Siamo abituati a combattere, ogni santo giorno combattiamo mille piccole e grandi battaglie, potreste restare stupiti di quanto riusciamo ad essere tenaci e perseveranti.
Abbiamo bisogno di voi, abbiamo bisogno di voi per completarci, abbiamo bisogno di voi per realizzare un sogno: le gambe che spingono sui pedali, un vento che ti schiaffa il viso, un vento che profuma di libertà. Abbiamo bisogno una guida alla quale dare tutta la nostra, piena, indiscussa fiducia .
Ecco quello che vi chiediamo.Giovanna D’Angelo
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Clara Ambrosi
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