La villa dimenticata

La villa dimenticata

Una bellissima villa nel cuore di Palermo chiusa da anni. Storia di ordinario scempio della cultura in Sicilia.

di Giuseppe Pardo

La curiosità ha guidato l’uomo fin dai primi passi che compì sulla terra. Nei millenni questo istinto primordiale, lo ha instradato verso nuove scoperte, spesse volte magnifiche, ma altre tristi ed occasionalmente orribili. La stessa curiosità ha guidato me appena una settimana fa, portandomi in un luogo visto tante volte ma mai osservato con la dovuta attenzione. Proprio nel cuore di Palermo ogni giorno, migliaia di persone passano accanto ad una villa dall’aspetto antico e nobiliare, immersa in un complesso alberato vecchio di secoli, di cui però nessuno si cura. Questo perché decine di metri di recinzione corrono lungo tutto il perimetro del complesso ed i cancelli sempre sbarrati non permettono l’accesso ai visitatori. Villa di Napoli è una struttura seicentesca che affonda le sue radici in un passato ancora più remoto. La villa infatti ingloba al suo interno la “Cuba soprana”, un edificio risalente alla dominazione normanna gemello della più famosa “Cuba sottana”, comunemente chiamata “Cuba” dai palermitani. Entrambi, facenti parte di un itinerario denominato “Sollazzi Regi”, erano occupati circa novecento anni fa dai sovrani normanni che si alternarono al trono siciliano.

DSC_0042I turisti che ogni giorno affluiscono numerosi nella nostra città, pagano un biglietto della somma di 2€ per visitare la Cuba, ma la stessa sorte non è toccata a Villa Napoli che da anni risulta sbarrata dagli aguzzi spuntoni della recinzione. Passando dal cancello principale su via Francesco Speciale è possibile ammirare la grandiosa scalinata che porta all’entrata principale della villa, ma anche una serie di cartelloni appesi che urlano o meglio urlavano: “APRITE VILLA NAPOLI” , divenuti quasi un tutt’uno con le inferriate. Dal lato opposto, su via Michele Titone, la recinzione copre il retro della villa e blocca l’accesso allo stupendo giardino attiguo. Forse in pochi lo sapranno, ma proprio a Palermo abbiamo alcuni dei Ficus Macrophilla più grandi d’Italia. Essi sono degli alberi secolari tipici della foresta pluviale dotati di grosse radici aeree. Al pari del famosissimo albero all’interno dell’orto Botanico, vi è proprio il ficus di Villa Napoli che si innalza fino al sesto piano svettando insieme ai palazzi cittadini, ma ad oggi il volume delle sue fronde si limita a fare ombra alle auto parcheggiate sulla strada. Infine il giardino, inoltrandosi con alberi di agrumi, palme ed erba incolta fra le due strade parallele, vede ergersi dal lato opposto alla villa la “Cubula” o “Piccola Cuba” con la caratteristica cupola rossa distintiva dell’architettura normanna.


DSC_0064-1024x683Ho avuto modo di visitare questa realtà palermitana ormai obliata grazie ad una recinzione caduta e di poter constatare con i miei stessi occhi il degrado in cui verte la villa. L’edificio principale ha vetri spaccati e porte sprangate, il giardino è divenuto quasi impenetrabile a causa dell’erba incolta e gli stativi con le informazioni sulla villa sono illeggibili e corrosi dalla pioggia. Cercando notizie sul web riguardo questo monumento cancellato da tempo dagli itinerari turistici, ne ho appreso la triste storia degli ultimi anni. Il sito ufficiale della Regione Siciliana recita nel seguente modo:

Dopo l’acquisto nel 1991 da parte della Regione Siciliana la villa Napoli è stata interessata da una serie di interventi di restauro che hanno consentito il recupero delle coperture della villa e dei corpi annessi. Lavori mirati specificamente al recupero del giardino sono stati recentemente completati e hanno riguardato la manutenzione dell’agrumeto storico ed il riattamento del sistema originario d’irrigazione. La riappropriazione dell’intero spazio del giardino è stato possibile dopo la risoluzione, grazie all’assistenza dell’Avvocatura dello Stato, di un lungo contenzioso per lo sgombero di parte del giardino, occupato per oltre un decennio da un vivaio. Dopo una prima breve apertura a cantiere aperto alla fine del 1997, oggi è possibile l’apertura definitiva al pubblico del giardino storico del complesso monumentale di Villa Napoli. Sarà possibile visitare i luoghi dell’antico parco reale normanno del Genoardo, che ospitava la Cuba Soprana e la Piccola Cuba, prima della trasformazione seicentesca in villa suburbana ad opera della famiglia Di Napoli che ha inglobato la Cuba Soprana, ancora leggibile nel fronte orientale della costruzione. Grazie all’acquisizione al demanio regionale è stata salvata una testimonianza residuale del “grande Paradiso della terra”, in un contesto urbano ad alta densità edilizia che ha profondamente trasformato l’originario contesto. Palermo, così recentemente individuata quale una delle città protagoniste del progetto “Città giardino”, concretamente offre un qualificatissimo spazio di verde storico ai suoi abitanti e ai tanti turisti che potranno così rituffarsi nell’atmosfera magica di sollazzi regi e magnifici aurei agrumeti”.


DSC_0187-1024x643Sembrano delle notizie magnifiche quelle riportare dal sito, ma la situazione non viene aggiornata dal lontano 1997. Da allora, le spese fatte sul complesso sono state rese vane dal quasi abbandono dello stesso e dalla mai avvenuta apertura al pubblico. Un’altra questione che risulta alquanto anomala è la presenza di loschi figuri che stanno “di guardia” al cancello principale e che alla domanda: “Si può entrare a visitare la villa?” rispondono con un tassativo “No”, senza fornire ulteriori spiegazioni. Naturalmente saranno persone pagate dalla regione e che quindi percepiscono uno stipendio (ottenuto dai soldi pubblici) soltanto per stare in panciolle all’interno del loro casotto, negando l’accesso al complesso. Tempo fa vi sono state delle manifestazioni, come testimoniano gli striscioni ancora appesi alla recinzione, per porre fine a questo scempio, ma quelle urla sono rimaste inascoltate e la villa che dovrebbe essere di orgoglio per la nostra città, è stata dimenticata e probabilmente sarà destinata a svanire nel tempo.

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Giuseppe Pardo

Giuseppe Pardo

Studio presso la facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi di Palermo e sono appassionato di fotografia.
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