Il ricordo di Rita: piantato un albero per il generale Dalla Chiesa nel giardino della memoria di Isola delle Femmine (VIDEO)
Sono passati 35 anni, ma il ricordo non sbiadisce. Il 3 settembre 1982, nella palermitana via Isidoro Carini, la mafia uccise a colpi di Kalashnikov il prefetto di Palermo Carlo Alberto dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo. 35 anni dopo, un nuovo albero d’ulivo è stato piantato nel giardino della memoria “Quarto Savona Quindici” di Isola delle Femmine, ad imperituro ricordo del generale Dalla Chiesa.
Dopo aver conseguito notevoli risultati nella lotta alle Brigate Rosse, Dalla Chiesa era stato inviato a Palermo come prefetto della città, all’indomani dell’omicidio di Pio La Torre. Dalla Chiesa, nei poco più di cento giorni da prefetto a Palermo, non ebbe però i promessi e non meglio precisati “poteri speciali” dal governo. Nella provincia di Palermo era inoltre in corso la seconda guerra di mafia, nella quale i Corleonesi massacrarono i loro nemici per prendere il controllo dell’organizzazione. È in questo panorama che si verificò la strage di via Carini. Il giorno seguente l’efferato omicidio nella stessa via venne affisso un cartello recante la scritta: «Qui è morta la speranza dei palermitani onesti».
Nel 35esimo anniversario da quei fatti, sabato 2 settembre, alle ore 18:00, presso il giardino della memoria “Quarto Savona Quindici” di Isola delle Femmine, a fianco del tratto di autostrada teatro della strage in cui morì Giovanni Falcone, si è tenuta la manifestazione “Il Ricordo di Rita Dalla Chiesa”. Oltre alla figlia Rita, sono intervenuti il procuratore Maurizio De Lucia e Tina Montinaro, presidente dell’Associazione Quarto Savona Quindici e moglie del caposcorta di Falcone, l’arcivescovo di Monreale Michele Pennini, il questore Renato Cortese e il prefetto Antonella De Miro. A moderare l’incontro è stato il giornalista Gianfranco D’Anna. Al suono del violino di Mario Renzi, Rita ha scoperto la targa commemorativa dedicata al padre e l’arcivescovo Pennisi ha benedetto il nuovo albero d’ulivo con una preghiera. Alla presenza di centinaia di persone raccolte nel giardino, si è poi tenuto un dibattito all’ombra della stele dedicata alle vittime della strage di Capaci.
Ad introdurre il dibattito è stato Giuseppe Caltanissetta, assessore alla legalità del Comune di Isola delle Femmine: “Il Comune e i cittadini di questo piccolo centro non sono ne titolari ne assegnatari di quest’area, che appartiene visceralmente ai famigliari di tutte le vittime del dovere”, ha dichiarato, “noi siamo umili custodi di questo santuario laico”.
“L’anno scorso avevo lasciato una bandiera italiana con scritto “papà” in via Isidoro Carini. Quest’anno qualcuno l’ha tolta”, ha dichiarato Rita Dalla Chiesa, che ha deciso di portare con se la bandiera che copriva la targa apposta nel giardino della memoria, “domani metterò di nuovo questa bandiera lì. Vediamo chi si stanca prima!”. Rita ha poi puntato il dito contro il business che si fa della mafia: “Per quanto tempo la memoria delle vittime di mafia e il dolore dei loro familiari dovranno essere impunemente irrisi e svillaneggiati da una miriade di attività commerciali e turistiche che hanno trasformato il nome e l’immagine della mafia in un marchio felice per vendere beni e servizi?”, ha dichiarato, riprendendo le parole scritte dal fratello Nando in un articolo pubblicato su “Il fatto quotidiano’, “sarebbe bello che a partire da domani le commemorazioni servissero a garantire comportamenti più responsabili, a dire che noi, grazie a queste vittime, non siamo più il paese che gioca con la mafia. A noi la mafia fa schifo davvero. E impediamo a chiunque di guadagnare legalmente facendone una bandiera. E’ possibile questa rivoluzione?”.
Al dibattito è intervenuta anche Tina Montinaro, che ha spiegato il perché ha voluto un albero dedicato al generale Dalla Chiesa nel giardino che ricorda le vittime della strage del 23 maggio. “Ci da più forza il generale Dalla Chiesa in questo giardino! Non poteva mancare un generale in questo giardino. Anche Antonio avrebbe voluto avere il generale in questo giardino. Devono stare tutti quanti qui, tutte le vittime del dovere, perché questo è il giardino dei giusti“.
Seduto tra il pubblico c’era l’isolano Silvio Piombino, figlio di Nicolò Piombino, carabiniere ucciso dalla mafia ad Isola delle Femmine nel 1982. “L’allora colonnello Carlo Alberto Dalla Chiesa, comandante della legione carabinieri Palermo, amava molto la musica e le feste e per quattro anni consecutivi, dal 1970 al 1973, organizzò una manifestazione canora che aveva intitolato ‘Ugoletta D’Oro’, riservata ai figli dei carabinieri in servizio di Palermo e provincia”, racconta Sivlio, “io mi esibivo con bravi impegnativi, come ‘Mamma’ di Beniamino Gigli e ‘O surdato ‘nnammurato” ecc. e vinsi tre medaglie d’oro ed una medaglia d’argento. Conservo nella memoria il sorriso di Dalla Chiesa, quando assisteva alle mie esibizioni, e il sorriso di mio padre, orgoglioso di vedere il proprio figlio cantare e vincere la manifestazione”. Nel corso della manifestazione Silvio Piombino ha mostrato queste foto a Rita Dalla Chiesa, che ha scritto un pensiero nel retro di una di esse.
La manifestazione è stata organizzata da Inner Wheel Palermo Normanna, da “Leave Lasting Legacy”, dal Movimento dei poliziotti democratici e riformisti, dall’associazione “Quarto Savona Quindici” e dal Comune di Isola delle Femmine e si inserisce nel programma di manifestazioni ed eventi da svolgersi all’interno del giardino della memoria previsti dal protocollo d’intesa siglato lo scorso 7 agosto tra il Comune di Isola, l’associazione di Tina Montinaro e il sindacato di polizia MP (leggi qui).
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