Le foto esclusive della distruzione della Torre di Isola delle Femmine
Alcune vecchie fotografie gettano nuova luce sulla vicenda della distruzione della torre dell’Isola delle Femmine. Secondo una leggenda, la torre sarebbe stata una prigione per sole donne. In realtà si tratta di una delle torri di avvistamento che vennero costruite nel palermitano per fronteggiare le invasioni dei pirati barbareschi, a seguito della caduta dell’impero romano d’Oriente.
La torre, anche detta “Torre di Fuori”, è costruita in prossimità del punto più alto dell’isola, a 35 metri sul livello del mare. Risale al XVI secolo ed è di tipologia riconducibile all’architetto fiorentino Camillo Camilliani, molto più noto per essere stato l’artefice della fontana Pretoria a Palermo. Ha pianta quadrata, con spessori murari di oltre due metri. Sfortunatamente, gli eventi che hanno caratterizzato lo sbarco degli Alleati durante la Seconda guerra mondiale, le vicende del dopoguerra, l’incuria del tempo ed il disinteresse hanno trasformato la torre in un rudere. Un processo di disgregazione che ebbe inizio nel 1943. “Sono stati i soldati americani a cannoneggiarla, quando sono arrivati ad Isola”, racconta l’isolano Gregorio Inserillo, che all’arrivo degli alleati in Sicilia aveva 10 anni, “portavano un cannoncino e si mettevano all’incrocio tra le attuali viale marino e via Vespucci e da lì hanno cannoneggiato la torre dell’isolotto. Hanno fatto soltanto un buco, non sono riusciti a buttarla giù. Se si guardano le prime fotografie dopo questo scempio”, continua Inserillo, “si vede un buco soltanto, ma il resto della torre era intatta. Non si capisce perché la cannoneggiavano, forse si esercitavano”. Oltre ai colpi di cannone, in quei mesi la torre dell’isolotto venne anche mitragliata, come ricorda il pescatore Giuseppe Lucido: “Gli aerei si mettevano in posizione e si buttavano in picchiata verso la torre e mitragliavano. Si vedevano i pezzi della torre che cadevano, fino a che hanno distrutto la torre”.
Ma non sarebbero stati solo i soldati americani a cannoneggiare la torre. Grazie a nuove testimonianze e alle fotografie forniteci da Antonio Cataldo, socio di “BCsicilia” e curatore del sito web isoladellefemmineshalom.com, è infatti emerso che anche i soldati italiani avrebbero contribuito a danneggiare la torre. Le tre foto mostrano alcuni soldati fra gli scogli, nei dintorni della Torre in terra, con un cannoncino. “Sono soldati italiani nel dopoguerra”, spiega Michelangelo Marino di Palermo Pillbox Finders, “con un cannone inglese calibro 17pdr”. Alcune testimonianze di isolani che all’epoca erano dei ragazzi confermano questa versione. “Sono nato nel ’49 e non avevo nemmeno dieci anni quando, intorno al 1955-56, l’esercito ha portato armi fra la torre e il passaggio”, ci ha raccontato Francesco Pagano, “di sicuro però non potrei dire che sparavano alla torre dell’isolotto. Noi ci tenevamo lontani, vicino al cinema all’aperto che era allora l’ultimo fabbricato del paese”. La stessa cosa racconta Peter Davì, un isolano che oggi vive in America: “Mi ricordo bene che quando io avevo appena 6 o 7 anni li ho visti, io e molti altri ragazzi della mia stessa età. Erano dell’esercito italiano e avevano piazzati i nuovi cannoni che avevano ricevuto degli americani e hanno usato la torre di Isola di fuori come bersaglio. La torre era già un po’ danneggiata, ma non come l’hanno ridotta loro”.
“La torre era meravigliosa”, ricorda il pescatore Giuseppe Lucido, “c’era un terrazzo enorme e ci andavamo a ballare. Partivamo la domenica, tutti amici e parenti, col grammofono e andavamo a fare festa”. Gregorio Inserillo, con commozione, ricorda di aver mangiato il pane con la ricotta sull’isolotto, ricotta realizzata da un pastore che portava le pecore a pascolare sull’isola. Secondo Inserillo dovrebbero essere gli americani a ricostruirla o almeno a finanziare la sua ristrutturazione. “Non si capisce perché hanno lasciato la torre in questo stato, senza fare alcun lavoro. Sono cose che i ragazzi di oggi non vedranno mai”, conclude, “ormai manca più di metà torre, ma era meravigliosa”. “Mi auguro che qualcosa si faccia al più presto possibile, prima che il resto della torre cada già”, aggiunge Francesco Pagano, “per me che vivo in America sarebbe come aver perso una gran parte del mio paese”.
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