Operai della cementeria di Isola delle Femmine in fibrillazione: in vista la chiusura dell’impianto?
In fibrillazione gli operai della cementeria di Isola delle Femmine. Come si legge in un comunicato della Fillea Palermo Cgil (leggi qui) l’Italcementi ha annunciato che se non interverrà lo sblocco del piano delle concessioni della Regione per l’utilizzo della cava di Carini (autorizzazione attesa dal 2016) il 23 marzo sarà chiuso lo stabilimento. “Ancora dal nuovo governo della Regione e dagli assessorati competenti non arrivano risposte”, spiega Francesco Piastra, segretario generale della Fillea Palermo Cgil. Vista la situazione, per domani mattina (giovedì 22 febbraio), alle 9:00, è prevista un’assemblea degli operai della cementeria, i quali decideranno se manifestare in corteo ad Isola delle Femmine.
Il comunicato conferma quanto pubblicato sulla pagina facebook de “Il giornale di Capaci”, che lo scorso 10 febbraio ha ripreso l’appello di un anonimo operaio dell’Italcementi: “Chiediamo il vostro aiuto per sensibilizzare il Presidente della Regione Nello Musumeci e con lui tutti gli uffici competenti della Regione per poter prendere in visione una volta e per tutte in maniera seria e firmare il rinnovo della concessione della cava calcarea sita a pian dell’Aia, cava di vitale importanza per il proseguire dell’attivita produttiva dello stesso e che dà il lavoro a 120 colleghi più indotto”, si legge nel post pubblicato su facebook (leggi qui), “l’Italcementi ha presentato la documentazione a tutte le autorità competenti nel dicembre 2016 e sino ad oggi non abbiamo avuto quello che noi tutti operai insieme alle nostre mogli e ai nostri figli speravamo. L’azienda ha comunicato al parlamento siciliano, prefetto e presidente della Regione e ovviamente a noi operai le sue intenzioni, quali sarebbero, che se la politica regionale non mette quella benedetta firma a concedere il proseguimento delle attività di estrazione del calcare per garantire a noi e alle nostre famiglie il proseguimento delle attività produttive dello stabilimento, quindi portare a casa il nostro pane quotidiano. Il comunicato”, continua l’operaio, “porta anche una data dove l’azienda fa sapere alle autorità competenti che il 23 di marzo 2018 per fine scorta del calcare procederà allo spegnimento degli impianti di cottura e alla produzione del cemento che comporta alla chiusura dello stabilimento e il licenziamento di tutto il suo personale”.
La questione dell’Italcementi è tornata al centro del dibattito anche a causa delle massicce emissioni di fumo nell’atmosfera che, nei giorni scorsi, ha coperto buona parte del territorio dei comuni circostanti. Numerose sono state le foto e i video che riprendono la colonna di fumo che si alza verso il cielo che alcuni cittadini, preoccupati per possibili pericoli alla salute, hanno pubblicato sui social network. Relativamente a questo fenomeno l’azienda due anni (leggi qui) fa aveva dichiarato che “a proposito del “fumo” fotografato da alcuni cittadini e le cui immagini sono state diffuse in rete, si tratta di un fenomeno di condensa di vapore acqueo creatosi a seguito delle condizioni meteo di questi giorni. La differenza di temperatura con l’ambiente esterno, infatti, determina il condensarsi di vapore in prossimità del camino, con la formazione del “pennacchio” di colore chiaro rappresentato nelle immagini circolate su internet”.
Sul tema si è pronunciata anche la deputata Claudia Mannino (ex M5S e adesso capolista nel collegio di Palermo per la Camera di “Insieme”): “La storia si ripete: questo è il ‘vapore acqueo’ che oggi si è visto e respirato a Isola delle Femmine in prossimità della Cementeria Italcementi. La scena è sempre la stessa, in più però non posso che chiedermi: ma se l’impianto è in fase di revisione dell’Aia (autorizzazione integrata ambientale) come mai l’impianto è in funzione?”, ha scritto sulla sua pagina facebook (leggi qui), “che fine ha fatto la conferenza dei servizi avviata ad aprile 2014? Se sono in funzione i nuovi impianti che l’impresa ha acquistato, ricordo a me stessa che la stessa ARPA aveva sollevato (nella conferenza dei servizi) non poche perplessità sulle emissioni inquinanti nell’aria (a causa dell’ipotetico utilizzo dell’ammoniaca). Io credo che tale attività (che probabilmente qualcuno vorrà giustificare con i lunghi tempi della burocrazia che non corrispondono a quelli dell’impresa) non sia legittima. Ricordo infatti che sull’Italcementi (così come anche sulla Bertolino di Partinico) ricade una procedura di verifica da parte della Commissione Europea. Per queste ragioni farò una richiesta di accesso agli atti all’assessorato regionale ed alla Commissione Europea affinché si verifichi lo stato dell’arte ed i tempi del procedimento”.
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