Raccolta differenziata, 18 sindaci contro l’ordinanza di Musumeci: “Servono più impianti”
Si sono riuniti a San Cipirello per discutere della grave ed ennesima emergenza rifiuti che stanno attraversando i loro Comuni, 18 sindaci del palermitano, i quali contestano l’ultima ordinanza del presidente della regione Nello Musumeci, considerata non risolutiva dell’emergenza perché si limiterebbe a spostare le responsabilità in capo ai sindaci.
“Ancora una volta il governo regionale, nelle persone del presidente Nello Musumeci e dell’assessore all’ambiente Pierobon, nonché del dirigente al ramo, dott. Salvo Cocina, hanno coscientemente reso l’azione amministrativa dei sindaci un gioco al massacro”, si legge in una nota scritta dai sindaci riuniti nell’aula consiliare del Comune di San Cipirello. “Il totale stato di abbandono all’interno del quale gli amministratori tentano di sopravvivere sta toccando in questi giorni apici davvero incresciosi. I rifiuti e la frazione organica in particolare, ricchezza e fonte di energia in molti paesi europei, continuano nel 2018 in Sicilia ad essere cappio alla gola per tutti quei sindaci che, nel quadro complicatissimo di interventi legislativi emanati a cascata e sempre in situazioni emergenziali dalla regione, stanno cercando di dare risposte concrete in termini di salubrità e pulizia ai loro cittadini. Se chi vive nelle stanze del potere sconosce le istanze della gente, noi sindaci non possiamo chiudere gli occhi davanti i nostri territori violentati da immagini di degrado e sporcizia, né possiamo vessare i cittadini con tasse onerose senza fornire servizi efficienti”.
“La cronica mancanza di impianti a servizio della raccolta differenziata e il diniego del governo regionale a cercarne di nuovi, in uno con la beffa della recente ordinanza n. 4 rif del 8/6/2018, con la quale lo stesso governo regionale impone ai sindaci dei comuni che non raggiungono il 30% di raccolta differenziata di cercare all’estero gli impianti, mettono in ginocchio la gestione anche ordinaria degli enti locali comunali coinvolti”, spiegano i sindaci, “il clima di disinteresse e vuoto di idee e soluzioni che dilaga a Palazzo dei Normanni non può, non deve macchiare il lavoro dei sindaci che con senso di responsabilità, senso delle istituzioni e profondo coraggio, se non incoscienza talvolta, hanno promosso modelli di civiltà nei loro territori, e con i sacrifici e l’impegno dei cittadini, i buoni siciliani onesti di cui Falcone andrebbe sempre fiero, hanno raggiunto buoni e importanti livelli di raccolta differenziata, dando così risposte in termini di bellezza e giustizia alla nostra terra”.
I sindaci della Provincia di Palermo hanno così deciso di fare fronte comune avverso il governo regionale sentito “lontano, distratto e inconcludente affinché lo stesso, procedendo ad un drastico cambiamento di rotta, almeno suggerisca soluzioni immediate alla mancanza di impianti”. I sindaci hanno anche preannunciato l’impugnativa dell’ordinanza 4 rif perché invece di prospettare soluzioni utili, “si limita a scaricare responsabilità e conseguenze del problema rifiuti su sindaci e cittadini”. L’ordinanza, infatti, impone un drastico aumento della differenziata e la decadenza dei sindaci che non si attivino in tal senso, ma il problema è che sono pochi gli impianti dove smaltire la frazione organica. Sono dunque necessari più impianti per la raccolta differenziata e azioni a sostegno del compostaggio domestico.
All’incontro ha preso parte, insieme ai sindaci di San Cipirello, Carini, Partinico, Montelepre, Corleone, Villabate, Ficarazzi, Terrasini, Roccamena, Capaci, Altofonte, Ficarazzi, Piana degli Albanesi, Santa Caterina di Villermosa, San Giuseppe Jato e Misilmeri, anche Stefano Bologna, sindaco di Isola delle Femmine e consigliere Anci Regionale. “Isola ha una media annuale del 40% già dal 2015 e ha raggiunto percentuali del 67%”, ha dichiarato Stefano Bologna, “ha aggiudicato l’Aro già a febbraio 2016 alla società Agesp e per colpa della Regione ancora dopo 2 anni il personale ex Ato non transita nella nuova Società ed è in ‘distacco’, causando gravi disagi al servizio. Noi avevamo un contratto in esclusiva con una tariffa a tonnellata circa 75 euro. Ora denunceremo Sicilfert, perché ci sta causando questi danni”, continua il sindaco, preannunciando che, con la chiusura di Sicilfert, “tutto andrà nell’indifferenziato” e, forse, “da lunedì a costi raddoppiati (sempre pagano i cittadini!) in una piccola piattaforma a Ramacca (Ofelia), tramite una stazione di trasferenza di Alcamo, della ditta D’Angelo Vincenzo: un altro costo aggiuntivo”.
Seguici su: