La Consulta da l’ok al referendum anti-trivelle

Il 2016 sarà l’anno dei referenda per gli Italiani, che saranno chiamati a pronunciarsi sulla riforma costituzionale sul nuovo senato e sulle trivelle. La Corte costituzionale ha infatti dato il suo ok al referendum sulla durata delle attività petrolifere entro le 12 miglia marine, dichiarando ammissibile solo uno dei sei quesiti che le erano stati sottoposti, quesito che si concentra sull’attuale disposizione della legge di stabilità che fa salvi i titoli abilitativi già rilasciati per la durata di vita utile del giacimento.

Il referendum abrogativo è stato promosso da 9 Regioni (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise). Per l’Assemblea Regionale Siciliana invece pare che le trivelle non siano un problema, in particolare per il Pd siciliano che a settembre ha votato in blocco contro l’adesione della Sicilia al gruppo di Regioni che hanno proposto il referendum. 

Se le Regioni promotrici e i movimenti anti-trivelle riusciranno a vincere la loro battaglia, il Parlamento sarà vincolato al divieto di cercare ed estrarre gas e petrolio entro 12 miglia dalla costa e il Ministero dello sviluppo economico dovrà chiudere definitivamente i procedimenti già in corso. Intanto la sentenza della Corte costituzionale sarà notificata alla Presidenza del Consiglio e verrà scelta una data tra il 15 aprile e il 15 giugno per lo svolgimento della consultazione popolare che verrà indetta con un decreto del presidente Mattarella. Per evitare il referendum però, il governo potrebbe tentare di modificare la norma, per far scegliere al governo e non ai cittadini italiani la strada da seguire sulla questione degli idrocarburi. Ma già le associazioni anti-trivelle e i vari movimenti sono in allerta: comincia la campagna verso il referendum, la battaglia continua!

di Eliseo Davì

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