Isola, bagarre in Consiglio comunale sull’ideologia gender
Come il Parlamento è ostaggio del ddl Cirinnà, a Isola delle Femmine il Consiglio comunale è ostaggio dell’ideologia gender. A distanza di sei mesi dalla presentazione di un’interrogazione da parte del gruppo di opposizione, dopo un primo rinvio per assenza di quasi tutti i membri della minoranza, la questione è stata ulteriormente rimandata alla prossima seduta, ma non prima di un’accesa discussione in aula. Come ha detto ironicamente il sindaco Stefano Bologna, a Isola “moriremo di gender”.
Il caso gender è esploso a Isola delle Femmine lo scorso agosto a causa di un convegno, organizzato dall’assessore Annamaria Lucido e dalla parrocchia, nel quale l’oratore principale è stato l’avvocato Gianfraco Amato, che della lotta all’ideologia di genere ha fatto la sua crociata. L’incontro, a cui ha partecipato gran parte della cittadinanza, ha sollevato un polverone di polemiche da parte dell’Arcigay da un lato e la solidarietà dell’opposizione dall’altro. Il Pdr, infatti, ha in quell’occasione presentato un ordine del giorno in opposizione al possibile inserimento di proposte di istruzione, formazione e orientamento relativi alla cosiddetta “ideologia gender” nelle scuole di Isola delle Femmine, ma la proposta è arrivata in Consiglio comunale solo ieri, 18 febbraio.
Ad illustrare la proposta è stata la consigliera del Pdr Mariagrazia Puccio la quale ha chiesto al Consiglio di dire con forza no all’ideologia gender, la dottrina che mette in secondo piano la differenza morfologica tra uomo e donna e dissocia la sessualità dalla personalità. “Gli individui possono scegliere ciò che vogliono essere. A scuola si vuole insegnare questo e da qui si innesta il cambiamento della genitorialità: non più mamma e papà, ma genitore 1 e genitore 2”, ha spiegato la consigliera Puccio. Lo scorso 12 novembre, secondo quanto riferito dalla stessa consigliera, i genitori della scuola “Francesco Riso” sono stati chiamati a firmare il patto di corresponsabilità, ma l’80% di loro si è rifiutato di firmare se non dopo aver letto il POF (piano di offerta formativa) ed essersi accertati che non conteneva nulla riguardante il gender. “Da ciò emerge che la maggior parte dei genitori è contraria all’ideologia gender. Noi oggi abbiamo il dovere di tutelare questi cittadini”, ha continuato la Puccio, “faccio appello alle vostre coscienze: spogliatevi delle bandiere politiche e votate secondo coscienza. Dobbiamo pensare ai nostri figli, che sono il futuro di Isola delle Femmine. Stiamo assistendo ad una progressiva scristianizzazione della società, come ci dimostra la lotta contro il crocifisso e il presepe a scuola. Nel rispetto reciproco, non dobbiamo dimenticare ciò che siamo e i nostri valori. Dobbiamo mantenere la linea cattolica che abbiamo assunto quando ci ha visitati il vescovo Pennisi”. Per questi motivi il gruppo di minoranza ha chiesto che il preside informi i genitori sul POF e che ogni anno il Consiglio comunale valuti il POF e decida se prendere provvedimenti.
Ha detto no, con forza, all’ideologia gender anche gran parte del gruppo di maggioranza, per bocca della consigliera Bartola Guercio: “Da madre, cattolica, e rappresentante della cittadinanza, con dignità e orgoglio voglio confermare che quasi tutto il nostro gruppo si oppone al gender”, ha dichiarato, ringraziando il sindaco Bologna per aver lasciato al gruppo libertà di coscienza. Nulla ha invece dichiarato l’assessore alla cultura Annamaria Lucido, nonostante gli apprezzamenti per il suo impegno nella lotta contro il gender espressi dall’opposizione. Unica voce fuori dal coro è stata quella della consigliera Gaya Lucido che, esibendo dei nastri con i colori dell’arcobaleno per promuovere l’istituzione delle unioni civili tra coppie omosessuali, si è dichiarata invece favorevole all’educazione di genere: “Non è mai esistita l’ideologia gender”, ha affermato, “è un termine creato ad hoc per delegittimare le ricerche sul genere, per ostacolare le rivendicazioni politiche delle lobby gay. Il POF del ministro Giannini è servito per aizzare i genitori ancor di più e ha fatto uscire il ‘mostro’ di nuovo allo scoperto, tanto da far creare una vera e propria caccia alle streghe moderna. In realtà gli studi di genere mirano ad individuare i motivi per cui ad un determinato genere, maschio o femmina, vengono attribuiti dei ruoli specifici non strettamente legati alle caratteristiche sessuali ed è uno strumento atto al superamento degli stereotipi sessisti, responsabili di bullismo e discriminazione”. Il modello dell’educazione di genere, secondo la consigliera Lucido, fa acquisire ai ragazzi maggiore consapevolezza nell’accettare la diversità in maniera costruttiva ed evitare episodi di cronaca come quello dei suicidi di minori che si sentono discriminati.
A parte Gaya Lucido, il sindaco e pochi altri consiglieri, il resto del Consiglio comunale, a stragrande maggioranza, ha detto chiaramente no all’ideologia gender. C’era dunque da aspettarsi un voto quasi unanime alla proposta del Pdr ma, come ha spiegato la capogruppo de “Un’altra isola… sì”, Bartola Guercio, la maggioranza ha deciso di votare negativamente perché altrimenti si prevaricherebbe l’autonomia scolastica in nome di una speculazione politica. Anche secondo Chiara Oliva, attivista 5 stelle e insegnante, che ha seguito il dibattito dal pubblico, questa sarebbe una prevaricazione nei confronti del preside: “Quello che il consigliere Puccio ha chiamato POF si chiama adesso PTOF (piano triennale dell’offerta formativa), è pubblicato dalla scuola ed è per legge fruibile a tutti quindi non è necessario pretenderlo o intimare al Dirigente di inviarlo all’amministrazione, basta scaricarlo e leggerlo. Questi progetti sono fruibili dagli alunni ‘esclusivamente’ col permesso dei genitori. Basta non firmare per non far partecipare il proprio figlio!”. Ad ogni modo, la proposta dell’opposizione è stata bocciata con 9 voti contro 4, ma parte del gruppo di maggioranza ha presentato una mozione, per “adattarla” meglio. Mancanza di rispetto istituzionale, pervicace volontà di affossare le prerogative dell’opposizione: sono queste le accuse che hanno lanciato Nevoloso e Pagano del Pdr dopo questa manovra. Secondo i consiglieri di opposizione, infatti, non solo la questione è stata portata in consiglio dopo 6 mesi, ma pur di non far emergere una spaccatura all’interno del gruppo “Un’altra isola… sì” e una maggioranza trasversale fra i due gruppi consiliari, è stata bocciata la proposta del Pdr per sostituirla con un’altra. A nulla sono valsi i tentativi di spiegazione da parte del presidente del consiglio, Piero Rappa, ne la decisione di trattare la mozione alla prossima seduta: i consiglieri Pdr, dopo un’accesa discussione, hanno abbandonato l’aula, lasciando il Consiglio nelle mani della maggioranza. “Se tutti volevamo dire no all’ideologia gender, perché hanno abbandonato l’aula?”, ha chiesto Bartola Guercio, “è solo una strumentalizzazione politica”.
La questione, dunque, non è finita qui: se ne riparlerà al prossimo Consiglio. Ma rimane una domanda: cosa si concluderà prima, l’approvazione della legge Cirinnà in Parlamento o il caso gender a Isola delle Femmine?
di Eliseo Davì
Ecco cosa è successo a Isola delle Femmine il 12 agosto 2015 durante il convegno sul gender:
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