Ritrovata un’ancora di epoca romana nelle acque di Isola delle Femmine
Il mare di Isola delle Femmine continua a regalare meraviglie: questa mattina dai suoi fondali è riemerso, dopo più di duemila anni, quel che resta di un’ancora romana e, forse, le tracce di un relitto
di Eliseo Davì
A ritrovare questo prezioso reperto è stato l’archeologo Roberto La Rocca, della soprintendenza del mare, grazie alla segnalazione di un sommozzatore locale, l’80enne Gaetano Mosca. Il ceppo di ancora, databile presumibilmente fra il IV e il III sec. a.C., è stato individuato poco fuori dal porticciolo di Isola, ad una profondità di circa 27 metri. Grazie al nucleo subacqueo della guardia di finanza è stato portato a galla e temporaneamente trasferito presso la Biblioteca Comunale, da poco restaurata.
Si tratta di un ceppo d’ancora, una delle parti componenti di un’ancora in piombo di età romana, databile fra il IV e il III sec. a.C. “È un bezzo particolarmente bello”, ci ha spiegato l’archeologo Roberto La Rocca, “non solo è bello esteticamente, ma è anche interessante sotto l’aspetto scientifico, perché presenta varie iscrizioni ancora illeggibili, presenta su una marra degli astragali (cioè la rappresentazione di un antico gioco in funzione scaramantica), presenta la rappresentazione di una lucerna e dei bottoni in piombo in evidenza”. Non è da escludere la presenza di un relitto nella zona di ritrovamento del reperto, dato che sono stati rinvenuti anche elementi in pietra, probabilmente marmo, ed elementi in ferro.
La storia che ci racconta l’ancora è molto affascinante: “La zona sicuramente è stata oggetto di intensi traffici commerciali, infatti sono stati trovati tantissimi ceppi di ancora simili a questo”, ha spiegato La Rocca, “e l’isolotto è stato frequentato almeno tra il IV sec. a.C. e il IV d.C., come ci dimostra la presenza di un impianto di lavorazione del pesce, il famoso garum”. Speriamo che questo ritrovamento riaccenda l’interesse per questa zona, che ancora una volta si dimostra di essere ricca non solo di bellezze naturalistiche, ma anche storiche ed archeologiche. Per quanto riguarda l’ancora, sarà oggetto di un primo trattamento conservativo per evitare che possa deteriorarsi, verrà studiata dalla soprintendenza del mare e probabilmente la sua ultima destinazione sarà proprio la Biblioteca Comunale di Isola delle Femmine.
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