E il vecchietto dove lo metto, dove lo metto non si sa
“E il vecchietto dove lo metto, dove lo metto non si sa”: no, non è il ritornello della canzone di Domenico Modugno, ma uno degli annosi “problemi” che tiene banco ad Isola delle Femmine da almeno due anni.
di Eliseo Davì
Sono una cinquantina i pensionati isolani che chiedono un luogo di ritrovo per non dover rimanere per strada sotto il sole d’estate e sotto la pioggia d’inverno. Da quando non hanno più a disposizione il centro diurno per anziani, in piazza Umberto I, non sanno più dove andare per poter passare un pomeriggio insieme, giocare, divertirsi e godersi gli anni della pensione. A raccontarci questa storia sono stati Giuseppe Uva e Ottavio Mastrillini, in rappresentanza di molti altri pensionati isolani ormai esasperati. “Fino a due anni fa avevamo una stanza in piazza pagata dal Comune. Poi ci hanno detto che bisognava fare delle modifiche, così l’hanno chiusa dicendoci che sarebbe stata una cosa momentanea”, ci hanno raccontato, “invece non si sono messi d’accordo su un eventuale piccolo aumento sull’affitto e da allora siamo per la strada”.
Nel corso del commissariamento del Comune venne effettuato un sopralluogo nella sede degli anziani in piazza Umberto I e l’ufficio tecnico stabilì che il locale non era a norma. In altre parole i commissari chiusero un locale che non doveva essere aperto. Diverse gare pubbliche indette dalla commissione straordinaria e dalla nuova amministrazione Bologna sono andate deserte e da allora due anni sono passati senza che nulla sia cambiato. “In campagna elettorale ci hanno fatto tante promesse, si sono impegnati, in particolare il vice sindaco Mannino. Noi ci siamo fidati. Sono due anni che ci dicono che ci stanno pensando, ma sono solo frasi politiche che lasciano il tempo che trovano”, continua Giuseppe Uva. “Hanno preso delle scuse dicendo che non ci sono case vicino alla piazza, ma invece ne abbiamo individuate un paio. Hanno dato dei locali ad altre associazioni, ad esempio i locali del porto dove si svolgeva l’asta del pesce. A noi non li hanno voluti dare perché ci hanno detto che dovevamo fornirci di uno statuto, ma non se n’è fatto nulla. Ci hanno anche detto che non hanno soldi, ma ci pare strano. Noi pensionati paghiamo 14 euro al mese di Irpef comunale, quasi 200 euro all’anno. Ad Isola delle Femmine ci saranno più 500 pensionati, non abbiamo diritto ad una piccola ripartizione di tutti questi soldi? Perché non investono una piccola parte di questi soldi per noi? Abbiamo calcolato che basterebbe grossomodo il 5% di quello che incassano. Non chiediamo troppo, solo una stanza e 4-5 tavoli. È triste alla nostra età stare in mezzo alla piazza senza fare nulla”. Intanto il tempo passa e il problema rimane. Quando la Pro Loco di Isola delle Femmine ha aperto la sede in via Falcone l’associazione ha ospitato gli anziani in una stanzetta, ma di recente la loro sede è stata spostata nei locali della biblioteca comunale e i vecchietti sono di nuovo in strada. “Quando il tempo è buono ci stiamo bene sotto gli alberi della piazza a prendere il freschetto, ma fra qualche mese dovremo stare tutti a casa. Noi vogliamo solo sapere di che morte dobbiamo morire”, concludono ironicamente gli intervistati.
Insomma, quello che chiedono gli anziani di Isola delle Femmine è un po’ di attenzione in più e un po’ di comprensione. Abbiamo contattato il vice sindaco Angelo Mannino che ci ha spiegato di non poter far nulla per loro, non avendo la delega ai servizi sociali. Competente in questa materia è l’assessore Anna Maria Lucido che, a detta degli anziani intervistati, fino ad ora non si è occupata della faccenda. Speriamo che a seguito di questo articolo si riaccendano i riflettori sulle esigenze degli anziani di questa comunità e che si intervenga prima che arrivi l’inverno. All’ultima gara pubblica, che risale al dicembre 2015, per l’individuazione di un immobile da destinare a centro diurno per anziani, non ha partecipato nessuno, forse perché i requisiti richiesti erano troppo restrittivi. La nostra proposta è quella di individuare per gli anziani un locale nel porticciolo, sotto la rotonda di piazza Pittsburgh. Noi, comunque, continueremo a seguire questa vicenda, sperando che non vada a finire come nella canzone di Modugno: “Sto vecchietto dove lo metto, dove lo metto non si sa, mi dispiace ma non c’è posto, non c’è posto per carità. Il vecchietto dove lo metto, dove lo metto non si sa, va a finire che non c’è posto, forse neppure nell’Aldilà”.
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