Sul luogo della strage in cui morì Falcone, mostra fotografica per raccontare l’Italia che non dimentica
Trenta scatti per raccontare l’Italia che non vuole dimenticare, che ha sete di verità e giustizia. Mostrare i volti dei tanti studenti, provenienti da tutti il modo, che scelgono, per il loro viaggio scolastico, un viaggio responsabile ed etico.
Nelle 30 fotografie, i volti di coloro che ci mettono la faccia e fanno loro l’urlo dei tanti siciliani onesti: NO MAFIA, impresso sulla casina nei cui pressi venne azionato l’esplosivo che fece saltare l’autostrada, uccidendo Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo, Vito Schifani. I volti di persone comuni, normali… perché la lotta alla mafia non è roba da supereroi ma è compito di ciascuno, ogni giorno. Questo è l’obiettivo del progetto fotografico di Antonio Vassallo, fotografo e tra i primi testimoni della strage di Capaci. Un lavoro dedicato a tutti coloro che, loro malgrado, sono diventati eroi, sacrificando la propria vita, per difendere la bellezza della nostra meravigliosa e dannata Isola. Un lavoro dedicato anche a chi ogni giorno, senza le luci dei riflettori puntati addosso, con enormi sacrifici, lavora per ridare dignità alla Sicilia. La mostra sarà istallata nel Giardino “Quarto Savona Quindici”, nel giorno della sua inaugurazione, il 23 maggio, e successivamente sarà ospitata in altre città italiane ed estere, con il patrocinio dei comuni di Capaci ed Isola delle Femmine.
Antonio Vassallo, fotografo, nasce a Palermo nel 1966, vive da sempre a Capaci. È tra i fondatori del Gruppo Giovanile 88 che, nel paesino alle porte di Palermo, si occupava di attività socio-culturali e ambientali. La sua battaglia più importante è quella per la libera fruizione di uno dei tratti più belli della costa palermitana, contro la cementificazione selvaggia. È tra i primi ad accorrere sul luogo della strage il 23 maggio 1992. Si allontana dopo che uno dei superstiti dell’attentato, il poliziotto Angelo Corbo (oggi suo carissimo amico), ancora sotto choc, gli punta il mitra contro. Tornato dopo pochi minuti, fa delle foto che gli vengono sequestrate. Foto assenti dagli atti giudiziari e mai più ritrovate. All’indomani della strage, è ideatore e autore, assieme ad alcuni amici, della scritta NO MAFIA nella casina sulla collina di Capaci, da dove venne azionato l’esplosivo che fece saltare l’autostrada. Oggi, quasi quotidianamente, in quella che è stata ribattezzata la casina NO MAFIA, si ritaglia un po’ di tempo per incontrare tutti gli studenti che passando da Capaci, vogliano conoscere la storia di quel dannato 23 maggio 1992 e la successiva resistenza dei giovani siciliani.
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