I giudici danno ragione al Lido Miramare di Isola: può svolgere attività anche in inverno
Ancora in attesa di avere il Pudm, il Piano di utilizzo del demanio marittimo, di cui è stata solo pubblicata una bozza due anni fa, ad Isola delle Femmine torna attuale la questione dei lidi balneari.
A pochi mesi dall’insediamento della nuova amministrazione, il sindaco Stefano Bologna aveva avviato l’iter per la dismissione delle pedane di sei lidi balneari, con ordinanze urgenti per gravi motivi igienico-sanitari e pericolo per la pubblica incolumità ma, come dichiarò all’epoca il sindaco, le vicende amministrative sul demanio marittimo sono complicate: “Ricorsi al Tar, ricorsi straordinari al presidente della regione, decine di relazioni e sopralluoghi congiunti di Utc, vigili urbani, carabinieri, capitaneria di porto, arpa e asp etc. Incontri all’assessorato regionale territorio e ambiente, lettere, diffide…”. Nonostante questo, alcuni Lidi alla fine hanno effettivamente smontato le strutture e la scorsa estate è riaffiorato un tratto di spiaggia e di scogliera fino allo ‘scaro ru zzu Caliddu’. Il caso del Lido Miramare è però assai diverso: nessuna struttura fatiscente o alcun pericolo igienico-sanitario, ma il Comune impone al Lido di smontare tutta la struttura alla fine della stagione estiva.
Nel 2015 il titolare del Lido Miramare, Orazio Cataldo, impugna dinanzi al Tribunale amministrativo regionale gli atti con cui il Comune di Isola delle Femmine aveva circoscritto alla sola stagione estiva (con termine al 30 settembre) l’efficacia del certificato di agibilità e dell’autorizzazione edilizia e aveva imposto, senza distinzione fra le sue diverse parti, lo smontaggio di tutte le sue strutture e il ripristino dello stato dei luoghi entro quindici giorni dalla fine della stagione estiva. Secondo il titolare del Lido, egli avrebbe avuto diritto alla destagionalizzazione, cioè a mantenere il chiosco bar della struttura anche nel corso della stagione invernale. La legge regionale, infatti, riconosce ai concessionari demaniali marittimi di prolungare anche nella stagione invernale l’occupazione delle aree oggetto di concessione e di mantenere le strutture adibite a servizio dello stabilimento balneare; inoltre l’Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente nel 2010 ha disposto che “tutte le strutture situate entro la fascia di 20,00 metri dalla linea di battigia dovranno essere comunque rimosse alla fine della stagione balneare”, per cui tale clausola lascia intendere come non sia necessaria alcuna rimozione, alla fine della stagione estiva, per le strutture del Lido ubicate a più di 20 metri dalla battigia.
Nonostante ciò il Tar in primo grado ha rigettato il ricorso. La sentenza è stata però impugnata dinanzi al Consiglio di giustizia amministrativa che ha ribaltato la decisione con la sentenza del 10 maggio 2017, pubblicata il 25 agosto. Secondo i giudici, infatti, “è illegittimo il provvedimento che impone una scadenza temporale per il mantenimento delle strutture avulsa da una puntuale valutazione degli interessi pubblici alla rimozione”. Per questo il Cga ha accolto l’appello, ha annullato i provvedimenti impugnati e ha condannato il Comune di Isola delle Femmine al pagamento di 4 mila euro per le spese processuali.
Se le vicende del Lido Miramare si sono concluse positivamente per il suo titolare, la questione della gestione della costa rimane aperta. Per farla rinascere la priorità deve essere l’approvazione di un Pudm che si ponga in controtendenza rispetto alle politiche attuate negli anni passati. Lo scorso giugno l’assessorato territorio e ambiente della Regione ha restituito il Pudm al Comune, perché venga adeguato alla nuova normativa vas (valutazione ambientale strategica). Poi dovrà passare per il Consiglio comunale.
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