MAFIATOUR: lo sconcertante viaggio nel mondo di Provenzano
La Sicilia possiede un enorme patrimonio culturale, e chi viene a visitare Palermo non ha che l’imbarazzo della scelta in quanto a luoghi da visitare, che si tratti di un tour nel capoluogo o tra i paesini della costa, piccoli gioielli ad ornamento di una Isola dalle mille attrattive. Eppure pare che questo non basti: è di un tour operator di Boston la trovata di aggiungere, ad pacchetto ben fornito di viaggi tra i più bei posti di Palermo e dintorni, un’esauriente corso accelerato di Storia della Mafia ed il nome del professore è di per sé una garanzia, Angelo Provenzano, figlio del famigerato Boss attualmente detenuto e sottoposto al 42 bis.
Il Tour Operator Bostoniano offre ai turisti Americani in visita in Sicilia, un resoconto della vita di Bernardo Provenzano. L’incontro tra i turisti, che ricevono un testo che ripercorre su basi storiche la piaga mafiosa, e il figlio del boss avviene in un emiciclo dove Angelo Provenzano, posto al centro, comincia il suo racconto parlando in inglese e riproponendo le avventure del padre, raccontando le esperienze di famiglia dall’infanzia alla latitanza del boss, fino al suo arresto.
Se dagli americani, da anni legati quasi indissolubilmente da un filo di sangue alla Sicilia, essendo stata la patria di molti suoi famosi Boss, può essere visto come una piacevole iniziativa, per gli Italiani non lo è altrettanto anzi! Infatti, i parenti di vittime di mafia propongono, per rendere più completo il pacchetto offerto dal tour operator di Boston, di aggiungere all’itinerario anche luoghi fuori dai confini della Sicilia, come Via dei Gergofili a Firenze, luogo, nel 1993, di un attentato dinamitardo che provocò la morte di 5 persone. Così infatti si è espressa Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili: “Speriamo che i turisti abbiano anche la possibilità di essere indirizzati in via dei Georgofili, a Firenze, vicinissima alla Galleria degli Uffizi: siamo disponibilissimi a raccontare loro la vera storia delle famiglie di Cosa Nostra”.
In merito a questa sua nuova esperienza lavorativa così ha dichiarato all’Ansa Angelo Provenzano: “Per me questi incontri sono una opportunità lavorativa importante in un settore, quello turistico, nelle cui potenzialità ho sempre creduto. Vorrei una vita più normale possibile ma mi rendo conto che non c’è speranza. Nel lavoro che svolgo vengo aiutato dalla constatazione di confrontarmi con una cultura diversa dalla nostra e scevra da pregiudizi. Allora vivo anche un’avventura molto stimolante”.
Di Gioele Davì
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