Expo 2015: nutrire le tasche degli affaristi, energia per i corrotti
Ci siamo, il countdown è quasi arrivato a zero: domani l’Expo apre le porte e migliaia di visitatori da tutto il mondo potranno ammirare un’area espositiva di 1,1 milioni di metri quadri con più di 140 Paesi e Organizzazioni internazionali coinvolti e decine di padiglioni che si snodano all’ombra dell’immenso Albero della Vita… che forse sarebbe stato meglio chiamare l’Albero della Cuccagna, visto a quanta gente ha dato a mangiare l’Expo.
Quanto è costato l’Expo? Più di due miliardi per costruire gli edifici e i padiglioni, a cui vanno aggiunti i costi per le infrastrutture di collegamento, per un totale di ben 18 miliardi, euro più euro meno, circa 4 volte il gettito dell’IMU e più delle risorse necessarie per realizzare il tanto osteggiato reddito di cittadinanza (16,9 miliardi). E tutto questo per un grande baraccone ancora incompleto che, probabilmente, fra 6 mesi si trasformerà in un’enorme cattedrale nel deserto.
Tanti soldi e tanti ritardi. Expo è anche un’enorme speculazione edilizia: i terreni sono stati venduti ad Arexpo spa a 164 euro al metro quadro, 10 volte tanto il valore originario dei terreni. Ma le cifre si rincorrono l’una all’altra: 78 sono state le deroghe al codice degli appalti, 10 mila circa i volontari che lavorano gratis per Expo e 230 milioni il valore degli appalti che si è aggiudicata la Maltauro, indagata dall’inchiesta su Expo (l’amministratore delegato Enrico Maltauro, finito in carcere, ha già patteggiato). E nonostante tutto questo denaro che circola per Milano, ad oggi sono state portate a termine solo 2 delle 24 aree in cui è suddiviso il cantiere, poco più del 20% del progetto, tant’è che si è dovuto spendere 1 milione e 100 mila euro per opere di camoufflage, cioè mascheramenti delle strutture e dei padiglioni non finiti, per nasconderli alla vista dei visitatori. Inquietante è poi il termine indicato per gli scavi e le fondazioni dei padiglioni esteri, che saranno consegnati il 1° agosto 2015, a tre mesi dall’apertura dell’Expo, mentre la Via d’Acqua, il grande canale che corre attorno al sito e alimenta il laghetto “Lake Arena”, su cui s’innalza l’Albero della Vita, sarà completata (si spera) il 14 agosto. Ma a preoccuparsi di questi ritardi non è di certo l’uscente sindaco di Milano Pisapia, il quale ha dichiarato, riuscendo a rimanere serio, che all’Esposizione Universale di Parigi del 1900 non tutti i padiglioni erano pronti all’apertura, mentre noi siamo molto più avanti… i miracoli della tecnologia! Ma almeno per quanto riguarda il buon cibo possiamo stare tranquilli: gli spazi per il McDonald’s e per la Birra Moretti sono già pronti (alla faccia della sana alimentazione!), mentre a rappresentare le specialità culinarie del Bel Paese c’ha pensato Farinetti, l’amico stretto di Renzi, che s’è pappato ottomila metri quadrati, 20 ristoranti e circa 2,2 milioni di pasti da distribuire, senza gara d’appalto.
Gli affari sporchi della “cupola degli appalti”. Le indagini degli inquirenti hanno messo a nudo la vera anima dell’Expo. Tutto è cominciato nel maggio 2014, quando i finanzieri hanno fatto irruzione nell’appartamento di Sergio Catozzo che, nel disperato tentativo di nascondere le tracce, s’infilò nelle mutande i post-it con la contabilità delle tangenti. Cominciò così il terremoto Expo che ha fatto ripiombare Milano negli anni di Tangentopoli. A decine sono stati gli imprenditori, i politici e i dirigenti finiti in manette, tutti quanti coinvolti in quella che fu ribattezzata la “cupola degli appalti”: associazione a delinquere, corruzione, turbativa d’asta e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, sono questi i reati ipotizzati dalla magistratura. È finita sotto indagine anche la siciliana VENTURA spa, azienda di Messina legata alla Compagnia delle opere (braccio economico di Comunione e Liberazione), che faceva parte del giro delle imprese legate ai boss e alla grande spartizione di appalti pubblici in tutto il messinese; a Milano e provincia ha messo le mani su 33 appalti di manutenzione stradale ma, a causa del ritardo nell’invio dell’interdittiva antimafia, il consiglio di Stato ha riammesso la società ai lavori per l’Expo.
Nutrire il pianeta? Insomma, tanti tanti soldi e tanta tanta corruzione: era per questo che è nato il sogno dell’Expo? Non doveva trasmettere al mondo l’importanza cruciale che riveste oggi il cibo e il suo rapporto con la terra, da dove esso nasce? Il 2015 è l’anno internazionale del suolo ed è in funzione di questo che è nato l’Expo ed in questo contesto nascerà la Carta di Milano, un documento proposto dall’università Bicocca, per dettare una strada su scala mondiale sul tema del cibo: ma chi si ricorda più del suolo, della nostra terra? Perché non si parla più di salvaguardare il suolo dai pericoli di desertificazione, dall’inquinamento e dalla cementificazione? L’Esposizione Universale poteva rappresentare un’occasione irripetibile per rilanciare la riflessione su questi temi e si sarebbero potuti utilizzare gli spazi della fiera di Rho, invece di cementificare suoli agricoli, solo per far girare soldi, riempire fin troppe tasche e costruire un’opera che forse mai nessuno vedrà interamente completata.
Tuttavia, a scanso di passare per gufi e rosiconi, ci auguriamo vivamente che stanotte i 10 mila volontari ci diano dentro col lavoro e riescano a completare tutto in tempo per l’apertura.
Di Eliseo Davì
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