Osservazioni dei 5 stelle sul Pudm: “Stuzzica gli appetiti della speculazione”
A seguito della pubblicazione del Piano di utilizzo del demanio marittimo (PUDM) gli attivisti 5 stelle del meetup di Isola delle Femmine sono intervenuti in difesa della costa isolana e contro quelle che considerano “poco trasparenti” concessioni edilizie, chiedendo all’amministrazione Bologna di rivedere l’atto che, così come redatto, presenta notevoli criticità e garantisce solo sfruttamento del territorio, e non la sua valorizzazione, nonché “stuzzica gli appetiti della speculazione, anche di tipo mafioso”.
Gli attivisti non sono contro il PUDM in se, ma contro questo tipo di PUDM, che rappresenta un’occasione sprecata. “San Vito è rinata grazie al PUDM e ciò ci fa capire l’importanza dell’atto”, spiegano. Prima che scadessero i termini, i pentastellati hanno depositato le loro osservazioni sul PUDM e hanno spiegato la loro posizione sul tema (no a pedane sugli scogli e a cabine sulla spiaggia) in un incontro pubblico che si è tenuto nella loro sede in via Joe Di Maggio, incontro al quale hanno partecipato molti attivisti, fra cui il candidato sindaco alle ultime elezioni Massimiliano Adelfio, ma anche il segretario Pd di Isola, Piombino, nonché alcuni appartenenti al gruppo consiliare di opposizione (Pdr).
Posto che le concessioni scadranno nel 2020 e quindi per quest’estate nulla potrà essere concretamente fatto, gli attivisti ritengono che sia importante interessarsi ora, in modo da essere pronti nel 2020, e sperano che l’amministrazione approvi un PUDM che si ponga in controtendenza rispetto alle politiche attuate negli anni passati, politiche che hanno incentivato solo il “turismo speculativo e non quello produttivo”, come ha dichiarato l’attivista Pietro Di Franco, a cui ha fatto eco Silvio Piombino, secondo cui non bisogna criminalizzare gli imprenditori, ma bisogna fare impresa turistica in modo diverso. “In questi ultimi 15 anni”, hanno infatti scritto nelle osservazioni, “il territorio di Isola delle Femmine ha subito l’assalto di speculatori senza scrupoli che ha provocato un danno ambientale senza precedenti nella storia di questo paese […] Nel 1999 è stata montata la prima pedana sulla scogliera naturale, cui se ne sono aggiunte altre. E invece di aversi un incremento del turismo […] è iniziato un trend negativo per quanto riguarda il flusso turistico”. La speculazione avrebbe quindi soffocato la sana economia del paese e lo avrebbe fatto precipitare nel degrado ambientale: ecomostri, movida infernale, inquinamento acustico, conflitti sociali e così via. “Altro che lavoro: quello di Isola non è turismo di qualità, è un turismo molto scarso che non porta lavoro”, spiegano. Chiara Oliva ha elencato le criticità rilevate nel PUDM:
– innanzitutto la scogliera viene suddivisa in modo irragionevole in 4 zone, benché si tratti di un’area omogenea con identiche caratteristiche paesaggistiche. Non si capisce dunque perché in tali zone si possono svolgere attività diverse fra loro;
– manca la menzione dell’attivazione di procedura VAS (valutazione ambientale strategica); in pratica non si è tenuto conto dell’impatto ambientale nel PUDM;
– non viene specificato se i solarium sono opere destinate soltanto alla diretta fruizione del mare, se sono soggette a provvedimenti edilizi abitativi e se devono smontare completamente a fine stagione con messa in ripristino del territorio costiero;
– per quanto riguarda alcune delle zone in cui è suddivisa la scogliera non è specificato l’orario di chiusura dei solarium, come avviene invece in altre zone, benché tutte le zone siano vicine alle aree abitate prospicienti;
– non viene specificato che genere di attività si possono svolgere nelle zone lottizzate (cosa che può portare, come è avvenuto in precedenza, alla creazione di discoteche abusive);
– manca una documentazione fotografica delle strutture solarium già esistenti e alcune planimetrie non sono aggiornate;
– le concessioni edilizie sono rilasciate da enti diversi: dalla Capitaneria di Porto, dall’ARTA, per un altro lotto la concessione è in fase di rilascio e per un altro addirittura nulla è dato sapere. Inoltre nel PUDM non si cita la struttura “Paradiso sul mare”;
– infine non sono chiare le differenza tra “stabilimento balneare”, “area attrezzata per la balneazione” e “spazi ombreggiati”.
Ciò che emerge, a detta degli attivisti pentastellati, è una grande falla nel controllo e un PUDM troppo fumoso che può lasciare spazio all’abusivismo e alla speculazione. La sentenza sul PUDM è, per gli attivisti, implacabile: “Questo PUDM mantiene la piovra dei solarium e con questo tipo di PUDM i componenti del consiglio comunale rischiano di rendersi corresponsabili di reato ambientale (da poco introdotto con la legge sugli ecoreati). Questo tipo di PUDM è un suicidio per la nostra comunità perché non consentirà alcun recupero del nostro prezioso patrimonio ambientale e paesaggistico”. E lanciano un’accusa al sindaco Stefano Bologna: “Ha poco da mostrarsi orgoglioso. Con questo PUDM in pratica ha tradito le promesse fatte in campagna elettorale ove affermava di ‘volere una riqualificazione della costa, un rilancio dell’AMP ed una nuova promozione dell’immagine turistica di Isola delle Femmine’ (come dal programma elettorale, lista ISOLA SI)”. Fra l’altro ci si chiede come mai solo pochi mesi fa un’ordinanza del sindaco ordinava a quattro pedane di smontare e adesso sono state rinnovate le concessioni. Il PUDM, in ogni caso, è ancora una bozza soggetta ad osservazioni e il Movimento 5 stelle si augura vivamente che l’amministrazione comunale tenga in considerazione le loro proposte (divieto assoluto di concessioni demaniali e niente rinnovi di quelle esistenti nell’area della scogliera naturale e rilancio di turismo di qualità) e approvino un documento che, come è avvenuto per San Vito, faccia diventare il paese di Isola delle Femmine un gioiello del Mediterraneo.
Eliseo Davì
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