Omicidio per un pieno di benzina: arrestato il killer del benzinaio di Piazza Lolli.
Si sono concluse le indagini sull’omicidio di Nicola Lombardo, il benzinaio di 44 anni che è stato ucciso a Piazza Lolli a seguito di un colpo di arma da fuoco.
Di Clara Ambrosi
A scatenare la reazione del killer, Mario di Fiore, pensionato di 63 anni ed ex imprenditore edile, sarebbe stata una incomprensione riguardante il prezzo del pieno di benzina, che ha fatto credere a Di Fiore di essere stato truffato di sette-otto euro. Dunque, prima sarebbe nata un’accesa discussione tra i due, sfociata nell’omicidio del benzinaio, che è stato colpito alla milza da un proiettile di una pistola calibro 7,65.
A facilitare le ricerche dell’assassino è stato anche il mini identikit rilasciato dalla vittima prima di perdere conoscenza: “A sparare è stato un uomo di 60 anni con i baffi”. La vittima era certa che il killer fosse in compagnia di un altro uomo e che i due fossero a bordo di una Fiat Punto grigia, particolare confermato anche da un testimone oculare e dalle immagini rilevate da una telecamera di un negozio vicino al luogo del delitto. Così sono partite le indagini della polizia che ieri sera hanno bussato a casa di Di Fiore, a Brancaccio. Nel garage dell’abitazione è stata ritrovata la pisola calibro 7,65 ed un fucile da caccia 357 magnum, tutte armi tenute illegalmente. Di Fiore, portato in seguito nei locali della Squadra Mobile per subire l’interrogatorio, avrebbe confessato tutto dopo poche ore sotto le domande del nuovo capo della Squadra mobile Rodolfo Reperti e del pubblico ministero Ennio Patrigni che ha disposto il fermo.
Il questore di Palermo, Guido Longo, ha rivelato i retroscena dell’indagine nel corso della conferenza stampa in cui sono stati esposti i dettagli dell’operazione: “Mi sembra tutto pazzesco. Ci troviamo di fronte a una vicenda frutto di una assurda violenza che esplode improvvisamente, dettata probabilmente da un modo di vita compulso e frettoloso. Mi auguro che non accada mai più di togliere il padre a due figli per una questione così banale. Oggi mancano i valori sostanziali. Eppure Di Fiore è un uomo normale. Non è un disadattato, certamente, inserita pienamente in un tessuto sociale, in una famiglia. L’atteggiamento di violenza è figlia dell’epoca attuale. Però ho notato un fatto che fino a pochi anni era inimmaginabile: c’è stata la collaborazione dei presenti sul luogo del delitto“.
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Clara Ambrosi
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