Capaci è in pre-dissesto finanziario
Dopo il rinvio del 26 agosto, nella seduta di ieri, 1 settembre, il Consiglio Comunale di Capaci ha ufficializzato la decisione di avviare la procedura di pre-dissesto finanziario per risanare i conti, che ormai hanno quasi raggiunto il fondo. Da anni i revisori dei conti lanciavano allarmi, ma è stato necessario l’intervento della Corte dei Conti per imporre al Comune di avviare questa triste procedura. Per i cittadini significa che arriveranno altre stangate? Dopo gli aumenti al massimo delle tasse, già approvati nei mesi scorsi, il Comune sarà costretto questa volta a fare tagli drastici alle spese e aumenti delle tariffe dei servizi.
Ci dovranno essere dei tagli e delle razionalizzazioni, si dovrà fare un piano di rientro con una durata massima di dieci anni e minima di tre. Ma è molto probabile che il risanamento andrà avanti anche nelle prossime amministrazioni che si succederanno a quella attuale. Tutto ciò sotto la costante vigilanza da parte della Corte dei Conti, che ogni sei mesi chiederà al Consiglio Comunale delucidazioni sulle spese sostenute. In pratica, il Comune di Capaci diverrà un sorvegliato speciale e dovrà rinunciare alle grandi opere pubbliche e alle spese folli (semmai fossero in procinto di essere realizzate), a meno che non intervengano finanziamenti da parte di privati.
La procedura che il Comune intende adottare è di riequilibrio finanziario pluriennale, cioè il dissesto controllato, e serve per rimettere in ordine i conti con misure di contenimento della spesa e di incremento delle entrate. Il decreto legge n. 174 del 2012 ha introdotto per gli enti un’ulteriore possibilità di fuoriuscire dalle situazioni di difficoltà finanziaria: con gli articoli 243-bis ss. TUEL è stata infatti introdotta la “procedura di riequilibrio finanziario pluriennale” (chiamata comunemente pre-dissesto o anti-dissesto). Poi, dopo 60 giorni, verrà predisposto un piano di rientro finanziario che dovrà essere inviato, dopo l’approvazione, ai ministeri dell’Interno e dell’Economia e, successivamente, da questi trasmesso alla Corte dei Conti per il via libera.
“La differenza sostanziale di questa procedura rispetto al dissesto guidato“, ha spiegato l’attivista 5 stelle Joska Arena, “sta proprio nel fatto che, nonostante l’analoga sussistenza di una evidente situazione di deficitarietà, l’assunzione e la gestione delle iniziative per il risanamento sono affidate agli stessi organi dell’ente. Tale richiesta di attivare la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, i revisori dei conti di Capaci l’hanno richiesta e stra-richiesta nei rendiconti dei bilanci sin dal 2011-2012, menzionata anche nella relazione di fine mandato della precedente amministrazione nel 2013… e poi richiesta nuovamente nei rendiconti bilancio 2013 e 2014. L’avviso c’era… e da molto! Oggi è Pre-dissesto, con tutte le conseguenze che ne verranno!“. A commentare la vicenda è intervenuto anche il segretario Pd di Capaci, Salvatore Roccalumera, secondo cui “per Capaci oggi è una delle pagine più tristi della sua storia. Nella speranza che tutto questo non si trasformi in un dissesto finanziario, i cittadini ringrazio tutti coloro che hanno amministrato Capaci negli ultimi anni. Che non si sentano esentati da colpe“. Dello stesso avviso sono anche i consiglieri de La prospettiva, che in comunicato in cui chiedono le dimissioni della giunta Napoli, affermano come “anni e anni di malapolitica hanno prodotto questo risultato. Il tutto nel corso di un consiglio comunale scandalosamente disertato dal sindaco e dai suoi assessori“.
A questo punto, i cittadini di Capaci aspettano il susseguirsi di queste vicende che portano il paese in un vortice di crisi da cui è molto difficile uscirne vivi e con le forze per rialzarsi.
di Alessandro Noto
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Alessandro Noto
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Visto che il sindaco e la giunta non ha presenziato al Consiglio Comunale così’ importante per le sorti di Capaci, non sarebbe da escludere una messa in minoranza oppure una richiesta di dimissioni?
Credo che chiha a cuore la cittadina di Capaci debba fare un passo indietro e tornare alle urne.