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1300 km di pace in ricordo di Aldo Naro. Marco Carletta arriva anche ad Isola delle Femmine

1300 km di pace in ricordo di Aldo Naro. Marco Carletta arriva anche ad Isola delle Femmine

Martedì è arrivato a Isola delle Femmine da San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, dopo aver percorso 844 km a piedi, per portare un messaggio di pace.

In questi ultimi torridi giorni estivi, recandomi presso uno stabilimento balneare, con amici, ci siamo imbattuti in Marco, un simpatico ragazzo che raccontava euforico la sua avventura.

A primo impatto potrebbe sembrare un venditore ambulante, data la sua carnagione scurita dal sole e la barba incolta (ci scherza subito lui dicendo che, all’apparenza, potrebbe sembrare un arabo), invece si limita a regalare degli adesivi a tutti i presenti che stanno li ad ascoltarlo, parlando a ruota libera e rispondendo prontamente alle molteplici domande che gli vengono poste.

Marco Carletta, 32 anni, originario di San Cataldo, promuove la sua avventura dal titolo “Walk For Peace – 1300 km di pace in ricordo di Aldo Naro” e, ridendo e scherzando, ci racconta  che è da più di un mese che è in viaggio.  E’ partito il primo di agosto dal suo paese, San Cataldo, e si è incamminato sotto il sole, con 40 gradi di temperatura; ci racconta di aver perso 6 kili e ci dice orgoglioso che fino ad ora non ha trovato un paese della Sicilia che fosse brutto da vedere e in cui si mangiasse male. Ha percorso fino a Isola delle Femmine circa 850 km, ma si trova solo a metà del suo cammino. Ci soffermiamo sul suo carrello pieno zeppo di zaini, sciarpe, bandiere ecc.

Ma ti porti dietro questo carrellino?

1300“Quale carrellino?! Lui si chiama Wilson! Si offende se lo chiami carrellino! Comunque si, è una casa che, praticamente, mi porto dietro. E’ stato  prodotto in Olanda e costa sulle 600 euro, ma a me l’ha regalato l’azienda per cui lavoro”.

La sua allegria e voglia di vivere ci colpisce e ci soffermiamo su Wilson, dotato di pannelli solari e pieno zeppo di roba. Marco ci fa notare una sciarpa palestinese attaccata a Wilson che gli è stata regalata da un suo amico di origine palestinese e comincia a raccontarci storie su storie.

Come ti è venuto in mente di fare una cosa del genere? Cosa spinge una persona a decidere di percorrere a piedi kilometri e kilometri?”

“Eh la storia è lunga… Iniziò tutto quando feci il percorso di Santiago di Compostela; li, mentre camminavo, ho incontrato un ragazzo italiano, con cui ho fatto amicizia,  e ci eravamo scambiati la promessa di farci tutta la Sicilia a piedi. Purtroppo, pochi mesi dopo, questo ragazzo è morto all’età di 35 anni, ma quel desiderio è rimasto dentro di me fino a che non ho deciso di intraprendere questo viaggio, mantenendo la mia promessa e coronando questo sogno con le mie gambe. E adesso sono qui”.

Leggo negli adesivi che mi hai dato In ricordo di Aldo Nari. Era tuo amico? Lo conoscevi?

“Sinceramente non lo conoscevo, ma quando ho deciso di programmare il mio viaggio è arrivata la notizia che Aldo era stato ucciso a Palermo in quella discoteca  e,  dato che era anche lui originario di San Cataldo, ho deciso di rendergli omaggio. Infatti uno dei miei obiettivi è quello di trasmettere un messaggio di pace e fratellanza contro ogni tipo di violenza prima di tutto; ho due nipotini piccoli e sono motivato principalmente da loro. Sai, quando fai una cosa così, la fai per le persone a cui tieni di più in primis. Quando i miei nipotini saranno grandi, prima di fare una cavolata spero ci pensino due volte pensando a me che ho intrapreso questa avventura per diffondere ovunque il mio messaggio di pace”.

E continua: “Ovviamente tra gli obiettivi del mio progetto c’è anche la promozione del turismo in Sicilia, perché abbiamo dei posti meravigliosi ma non ci sappiamo fare e il più delle volte facciamo scappare il turista. Anche per questo potete seguire il mio viaggio nella pagina facebook del progetto, con il quale,  attraverso fotografie,  contribuisco alla pubblicità dei luoghi che visito. Per me è importantissimo fare conoscere la Sicilia, anche attraverso eventi, gemellaggi e contattando gente di tutto il mondo per farli venire a visitare la nostra terra stupenda”.

Non abbiamo bisogno di altre domande perché è lui a parlarci della gente che ha incontrato, dei luoghi che ha visitato e della felicità che ha provato, e che prova, perché sa che sta diffondendo il suo messaggio. Ci racconta di aver conosciuto Biagio Conte e altri ragazzi che come lui hanno intrapreso questo tipo di viaggi. Mi dice di andare a conoscere il Sindaco di Messina perché “è un grande” e che, appena finito tutto il percorso in Sicilia, andrà a Roma per un’udienza con il Papa. Mi dice miliardi di cose in un minuto perché ha poco tempo, deve ripartire per non ritardare sulla tabella di marcia. Si è fermato li solo per ricaricare un po’ il suo smartphone. Gli chiedo una fonte dove posso prendere le informazioni e dopo essersi avvicinato a Wilson cerca tra zaini e tasconi vari e tira  fuori un fascicoletto dove è scritta tutta la sua storia. Mi spiega il logo del progetto che ha creato lui, che rappresenta il suo profilo, e poi un uomo che cammina e si colora ogni passo di un colore diverso fino ad avere addosso tutti i colori dell’arcobaleno: rappresenta proprio Marco, che attraverso il suo percorso di crescita socio-culturale, potrà arrivare ad essere un vero e proprio simbolo di pace. Ci racconta, infine, che di questo progetto ne verrà fuori un libro scritto da lui, che potrà essere da esempio di come, facendosi portatore di sani principi e nobili obiettivi, ci si possa arricchire, non in termini monetari, ma elevando la propria anima ad un livello superiore.

Lo abbiamo salutato augurandogli buona fortuna e buona camminata, con una stretta di mano, un sorriso e offrendogli qualche bottiglia d’acqua. Passo dopo passo è riuscito a portare il suo messaggio anche qui ad Isola delle Femmine, e in soli 15 minuti è riuscito, anche, a lasciare un qualcosa dentro me e dentro le persone che stavano li ad ascoltarlo, grazie al suo carisma  e alla sua simpatia.

di Anna Gaia Lucido

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