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ISIS: “Incendieremo il Mediterraneo”. Di chi dobbiamo aver paura?

ISIS: “Incendieremo il Mediterraneo”. Di chi dobbiamo aver paura?

L’ultima minaccia dell’ISIS riguarda l’Italia e, in particolare, la Sicilia. Gli jihadisti minacciano di mettere a ferro e fuoco il nostro Paese, ma dobbiamo veramente aver paura di loro? – di Gioele Davì

Le onde ancora ci separano, ma questo è un mare piccolo, è una promessa al nostro Profeta. State attenti, ogni stupido passo vi costerà caro. Ogni stupido passo incendierà tutto il Mediterraneo“.

Ecco il Tweet dell’auto-proclamato Stato Islamico che ha riacceso la paura degli Italiani e soprattutto di noi Siciliani. Tutti ricordiamo i fotomontaggi dell’ISIS con la nera bandiera del califfato issato sulla cupola di San Pietro e sul Colosseo; ora in questo album del terrore bisogna aggiungere altre due foto, allegate al Tweet, che hanno rapidamente oltrepassato il nostro “…mare piccolo…” per raggiungere le coste Siciliane. Nella prima foto si può osservare un combattente armato, davanti il mare, che guarda il Colosseo e una bandiera di al Baghdadi con la minaccia che l’Isis “dalla Libia sta arrivando a Roma”. La seconda foto, indirizzata direttamente alla Sicilia, ritrae il gasdotto Greenstream che dalla Libia, precisamente da Wafa, arriva a Gela.

Conoscendo gli orribili trascorsi dell’ISIS, farsi prendere dal panico è facile, ma dobbiamo realmente preoccuparci? Nessuno può conoscere le reali intenzioni di questo autoproclamato Stato, ma ad un esame attento della situazione è facilmente intuibile che queste minacce si ridurranno, probabilmente, a pura propaganda del terrore. Bisogna infatti domandarsi se converrebbe all’ISIS invaderci: probabilmente NO. Un reale attacco delle forze del califfato comporterebbe un pronto intervento della NATO che avrebbe la meglio su questo esercito finora mostratosi invincibile solo contro tribù disorganizzate.

Ma bisogna altrettanto urgentemente chiedersi: esiste una minaccia? SI. Un’azione militare dei “Lupi solitari”, singoli individui intenzionati a spargere il terrore tramite attentati, non è assolutamente da escludere e come facilmente si può intuire la fonte principale di pericolo; in tal senso, deriva dagli sbarchi incontrollati dei migranti, in cui gli uomini dell’ISIS potrebbero agevolmente nascondersi per arrivare qui indisturbati.

Tirando le somme aspettarsi un attacco in massa delle milizie dell’ISIS che sbarcano nelle nostre coste invadendoci, neanche fossimo tornati alle conquiste musulmane del sei-settecento, rasenta il ridicolo e come idea sarebbe buona per un romanzo di fantasia, ma sarebbe altrettanto incauto abbassare la guardia verso quella che continua ad essere una minaccia.

È meglio non dare troppo adito alle voci dei media che spesso, per aumentare gli ascolti, esagerano realtà di per sé più contenute. A tal proposito è da riportare la notizia che molte delle statue distrutte nel museo di Mosul, che certamente hanno colpito la sensibilità di chi porta amore per la cultura, seppure non come le orrende immagini delle decapitazioni, erano perlopiù copie in gesso – un dettaglio quasi tralasciato da molti giornali.

Teniamo gli occhi aperti, ma stiamo con i piedi per terra!

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Gioele Davì
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Gioele Davì

Frequento il liceo scientifico Galileo Galilei di Palermo, ho scritto per il giornale Chinnisi Puntolinea e ora per il Giornale di Isola con particolare attenzione sui fatti di Cronaca e Politica.
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