Sono 185 i Comuni siciliani nel mirino di Riscossione Sicilia. Ad annunciarlo è stato il presidente Antonio Fiumefreddo, pronto ad ingaggiare un nuovo braccio di ferro con sindaci, assessorati regionali ed enti collegati per riscuotere il credito di 59 milioni e 88 mila euro che vanta la società. I quasi 60 milioni incassati andranno alla Regione e allo Stato, mentre Riscossione Sicilia tratterrà l’aggio dell’8%. I sindaci ad essere in debito col fisco hanno ricevuto l’avviso di pagamento tra giugno e luglio, ma “nessuna amministrazione ha risposto“, come ha dichiarato Fiumefreddo. Per questo il presidente di Riscossione Sicilia vuole avviare le procedure esecutive e i pignoramenti per i debiti superiori ai 20 mila euro. “Io capisco che le amministrazioni locali non navighino in buone acque”, ha dichiarato Fiumefreddo, “ma non è concepibile che un’istituzione pubblica non si metta in regola definendo almeno una rateizzazione“.
Fra i Comuni che devono mettersi in regola col fisco ve ne sono molti anche nel palermitano. Stando ad una classifica pubblicata da Repubblica, il debito maggiore è in capo al Comune di San Giuseppe Jato (395,000 euro), seguito da Terrasini (271,000 euro), da Capaci (236,000), Partinico (226,000), Corleone (83,000). Cifre più basse per gli altri comuni: Castellammare del Golfo (37,000), Alcamo (17,000), Montelepre (9,000) e Giardinello (1,200 euro). Oltre ai Comuni, sono indebitate anche scuole, teatri e istituti di formazioni, che non avrebbero pagato Imu, Tarsu, bolli auto e varie sanzioni. Morosa è anche la Regione Sicilia, per 24 milioni di euro. In tutto sono 400 gli enti a cui verrà notificato l’avvio delle procedure esecutive che possono portare al pignoramento dei beni.
Seguici su: